la pecora dolly, ovvero esperimenti di clonazione.

12.03.2010

lo so. questo è il tutorial che tutti (ma chi?) stavate aspettando. roba che vi siete sciroppati decine e decine di interventi solo e unicamente nell’attesa di questo. roba che “uh, c’è un nuovo post nel blògg di quella svampita che fa le foto agli orsetti di gomma. fammi andare a controllare, non sia mai che sia il tutorial sulla clonazione”, e invece puntualmente mi maledicevate perchè si trattava di nuovo di insulse vignette sugli insetti.

ebbene, l’attesa è finita (e da domani sto blògg non se lo filerà più nessuno XD )..
parliamo della clonazione (pregasi di eseguire l’epico sottofondo musicale).

AVVERTENZE PRIMA DI COMINCIARE:

* non sono richieste conoscenze di genetica (quindi se, come me, avete studiato biologia sì e no due volte durante tutto il liceo, potete tirare un FIùùùù di sollievo)
* se avete una sorella gemella non vale mica u.u

il nostro obiettivo è arrivare a fare una roba come questa nell’esempio sotto, unendo più foto insieme.

I can't do this all on my own.

ci inserisco lo stacco, vah, che fa sàspens :D

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timbro clone – per una pelle da vacanza senza i minerali oceanici.

18.02.2010

premessa: credo che siano i tre caffè che ho bevuto stamattina nel disperato tentativo di mantenermi sveglia duarnte il tragitto giugliano>roma roma>giugliano a scrivere per me (che carini, grazie per aver chiesto: l’esame è andato bene, ho preso 30 e lode. vi posso offrire un pò del sanguinaccio avanzato da ieri per festeggiare? su, ne invio un cucchiaino tramite corriere espresso alle prime cinquanta telefonate, assieme alla batteria di pentole) (no, sul serio, toglietemelo davanti prima che mi ci annego dentro, plìs *__* ). CIOE’, mi sento adrenalinica e iperattiva manco avessi fumato crack. e non sono mica sicura di riuscire a mettere insieme un post che abbia senso compiuto. ma d’altronde non l’ho mai fatto, perciò perchè preoccuparmene ora? fine premessa.

vai con la sigla.

(devo procurarmi una sigla, cavolo. mica posso continuare a rubarla a piero angela?)
(che però se a sanSCemo possono scopiazzare hoppipolla dei sigur ros – quello stacchetto patetico che hanno è paurosamente identico-anche io posso copiare superquark)
(annotare SIGLA sull’agenda)
(comprare un’agenda in modo da poterci annotare SIGLA)

vi siete mai chiesti come mai in foto tutte le modelle hanno una pelle perfetta e luminosa, mente voi hai voglia a farvi il bagno nel topexan ma non ne cavate un ragno dal buco? e perchè non hanno mai l’ombra di borse sotto gli occhi, come se non avessero mai conosciuto l’insonnia, mentre voi fate sfoggio dell’intera collezione autunno/invero di louis vuitton e assomigliate paurosamente a billie corgan in ava adore? il primo motivo è che il topexan non serve a un tubo (il glicoscrub alle microsfere di jojoba sì, ma non entriamo in ambiti che non ci competono). il secondo è che dovreste dormire invece di passare le notti a guardare le repliche di true blood che manco vi piace o ad incantarvi davanti a quello sciroccato su natgeo che si ostina a farsi pungere da tutti gli insetti più schifidi che il padre eterno abbia creato. il terzo è che esiste fotosciòpp.

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grezzo è bello – il formato RAW.

23.01.2010

buondì (non quello motta, che con quei pezzoni di zucchero e quell’aria slavata non ci piace) :D

ispirata dal commento di ImAGreenApple (e non dalle zuppe nonmiricordodichemarcaeranomalapubblicitàerapatetica che da grande ti fanno sentire ispirata) (sì, non sono capace di finire una frase senza inserire le parentesi, e allora? umpf.) che mi chiedeva come aprire i file RAW sul pc, ho pensato (sì, io penso anche, e allora? umpf2ilritorno) di scrivere due parole al riguardo.

iniziamo col dire che RAW significa ‘grezzo’. ma non grezzo come il vostro amico gianfranco (sì, annuncio a tutti i suoi fanZ che gianfranco is back) che non potete portarvelo appresso perchè vi fa fare figure marroni ovunque. grezzo come ‘non elaborato’, nel senso che vi restituisce l’immagine così come è stata catturata dal vostro click. ve la converte da analogico a digitale, ovvio, altrimenti non la vedreste mai sul pc, ma non ci sono altre elaborazioni da parte della fotocamera. perciò non c’è compressione, e non rischiate perdita dei dettagli d’immagine e aberrazioni cromatiche (nel passaggio a jpeg le fotocamere tendono a manipolare i colori un pò come gli pare).

tutte le reflex digitali vi permettono di scattare in RAW, e talvolta anche le bridge e le compatte di alto livello vi fanno questa cortesia. io vi consiglierei comunque di scattare in doppio formato (raw e jpeg) se avete tanto spazio sulla scheda di memoria. però io la faccio facile perchè ho 16 giga e ci sguazzo, quindi vedete un pò voi. tenete presente però che il file raw è molto più pesante del jpeg, quindi fate bene i vostri calcoli, perchè rischiate di ritrovarvi la memory card intasata dopo pochi scatti.

le canon salvano i raw in formato CRW (canonRaw), la cui estensione è .CR2. quindi quando acquisite le immagini dalla fotocamera ricordatevi che è quello il formato di file su cui ci interessa lavorare. per completezza di informazioni e spirito bipartisan, anche se questo blògg non è una testata giornalistica ma una testata sui denti, vi informo che con le nikon il formato dovrebbe essere NEF. ma a voi quest’informazione non serve, perchè siete tutti canonisti convinti.. VERO?

torniamo a noi. come apro sto benedetto file .CR2 sul mio pc? come faccio a lavorarci su? la risposta ai vostri problemi si chiama Adobe Camera Raw. camera raw è un plug in di photoshop, quindi vi basta aprire il file con photoshop e lui vi indirizzerà da solo a camera raw. se non lo fa è probabilmente perchè non avete le impostazioni giuste. quindi per controllare andate su photoshop, modifica> preferenze > gestione file.., e controllate che ci sia la spunta su ‘priorità ad adobe camera raw per formati raw supportati’.

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vinci vinci con vivincì.. – fotografare uno splash, attempt 1.

22.01.2010

metti un giorno di pioggia in cui andrea e giuliano non incontrano licia per caso, e nemmeno a farlo apposta.

(che però poi è uscito il sole, ma faceva un freddo cane lo stesso) (bau :ù)

metti che il libro di sociologia dei mass media ti guarda in cagnesco (bau bau :ù) , ma a te del modello di shannon e weaver non te ne può fregare di meno, e preferisci pensare alle vacche in puglia.

(che però poi ho studiato, perchè sono una bimba diligente e non voglio finire a fare la abbacianda agricola) (su questo magari ci torniamo un’altra volta)

metti che ti sei alzata dal letto con un doloretto poco rassicurante alle tonsille e il naso tappato, e dopo aver lanciato improperi alla tua metà per averti attaccato il colera ti sei messa a setacciare la casa alla disperata ricerca di un’aspirina.

(che però poi m’è andata di culo come al solito e si è rivelato un altro di quei miei raffreddori miracolosi lampo che sfogano in meno di sei ore) (sono la donna dei miracoli, ebbene sì. il terzo segreto di fatima sono io O.o)

metti che in casa tua non c’è niente che assomigli ad un’aspirina, e soprattutto niente che non sia scaduto da almeno un anno e sei mesi ___-“ qual è il miglior peggior modo di consumare una scatola di vivin C scadute nel 2007?

(no, sul serio, continuate a leggere, giuro che all fine di questo tragico sproloquio c’è un tutorial. lo giuVo!!)

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traduzione photoshop italian > inglìsh

14.09.2009

oggi mi va di imbarcarmi in questa impresa fantascientifica di postare la traduzione del menù di photoshop comando per comando. quante volte vi è capitato di trovare in rete videotutorial in inglese fatti da tizi angloamericani che insegnavano cose fichissime, ma voi non ci capivate un tubo perchè i comandi hanno nomi tutti diversi, e a scuola vi hanno isegnato che “the book is on the table” vuol dire che c’è un libro sul tavolo, ma non che “healing brush tool” è lo strumento pennello correttivo?

that’s the reason why I’m going to write this tutorial :D

sono le 9.35 del 14.09.2009, e questo è il tentativo numero uno. ve lo dico perchè adesso inizio, ma potrei anche finire l’anno prossimo, oppure non sopravvivere abbastanza a lungo da vedere la fine di questo post. però ci proviamo, che tentar non nuoce.

partiamo dalla barra dei menù, quella in alto (che in inglish si dice menus):

FILE > file (questa era facile, sù..)

nuovo…> new…
apri…> open…
sfoglia…> browse…
apri come…> open as…
apri come oggetto avanzati> open as smart object
apri recente> open recent
modifica in image ready> edit in inage ready
chiudi> close
chiudi tutto> close all
chiudi e passa a bridge…> close and go to bridge…
salva> save
salva con nome…> save as…
salva una versione…> save a version…
salva per web…> save for web…
versione precedente> revert
inserisci> place
importa> import
esporta> export
automatizza> automate
script> scripts
info file…> file info…
formato di stampa…> page setup
stampa con anteprima…> print with preview…
stampa…> print…
stampa una copia> print one copy
stampa online…> print online…
passa a> jump to

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l’ABC del photoshoppamento – ovvero come rendere passabile una foto oscena.

11.09.2009

madames, monsieurs.. bonsoir

saranno tipo sei o sette eternità che non aggiorno questo tutorial blògg (che non aggiorno nessuno dei miei millessettecentocinquantasèi blògg, in realtà).. ma ho avuto un pò da fare ultimamente. cose tipo laurearmi, fare un viaggio a parigi, scegliere una specialistica che non mi facesse venire da vomitare. cose così insomma.

però ora sono qui a scrivervi un -ipoteticamente- utile tutorial sul quale meditavo da un pò. uòrdpress permettendo, si intende, che dall’ultima volta hanno di nuovo cambiato l’editor, sto scrivendo con un cagosissimo timesnewroman che sarà di dimensione 4 tanto che è piccolo, e non ho la più pallida idea di come modificare il carattere. àlegria

dunque, come da titolo, questo tutorial è riservato a quelli che sono alle primissime armi, che dopo aver scattato una foto con la loro compattina la guardano sconsolati pensando “uffamaquantosonslavatiicolori” / “uffapendetuttaadestramanonsaròmicastrabico” / “ecchecaspiomapperchèquestomoscerinodelcavolodovevapassareproprioadessodavantialmioobbiettivo”. ecco, se pensate una qualsiasi cosa che inizi per uffa, questo tutoria è per voi.

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lentine artificiali (seguono coGnati di Gomito).

05.03.2009

buoooooondì :)

è passato decisamente un bel pò di tempo dall’ultima volta, lo so.. ma adesso che gli impegni si sono finalmente ridotti direi che siamo pronti per un altro tutorial .

allora, quest’oggi impariamo come cambiare il colore degli occhi con photoshop. per la cronaca, io continuo ad usare il CS3, che già sul mio pc ci mette quindici minuti ad aprirsi, quindi suppongo che il 4 non mi ci girerebbe proprio. e lo so che non vi frega, era per far conversazione (e per lagnarmi un pò dell’obsoletitudine della low-tech di casa mia ) .

dunque, sempre per far conversazione, premettiamo che io ho uno schifo assurdo di tutto ciò che possa avvicinarsi agli occhi, dal collirio all’eyelaner, per cui la parola lentine colorate solo ad immaginarlo mi dà proprio i coGnati di vGomito (ma nel senso letterale della parola, eh) (anzi, adesso corro in bagno mi sa..). quindi, per una che ha sempre sognato di avere gli occhi viola e non blu imparare a fare questa roba qui era indispensabile. perchè come sempre, dove non arrivano le acqua comfort dailies (aaaah, schifoschifoschifo ) ci arriva photoshop.

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cappuccetto bokeh.

20.10.2008

oggi parliamo di un effetto di messa a fuoco tanto carino e simpatico che si chiama bokeh (non chiamatelo mai bokeN, per carità, che mi viene l’orticaria ).

bokeh ( ぼ け,che non è un disegnino di vostro nipote di tre anni, ma il modo in cui si scrive nella sua lingua originale) è una parola giapponese che in italiano significa sfocatura. oggi mi sento verbalmente sterile, perciò nonostante io sia una nipponofila convinta vi risparmio il monologo su quanto mi renda allegra e scodinzolante il fatto che per una volta ci siamo impadroniti di un vocabolo giapponese anzichè americano. che poi in inglese sfocatura è blur, che come parola è caruccia uguale, ma ora non ci importa

insomma, si ottiene mettendo a fuoco solo una piccola porzione di immagine, e automaticamente sfocando tutto il resto (esempi sotto). la lente poi deforma questa sfocatura, facendo apparire sullo sfondo delle forme pallose (che voi potete anche chiamare pois).

sono tanti i fattori coinvolti nella realizzazione di questo effetto (distanza del soggetto dallo sfondo, condizioni di luce, uso della messa a fuoco manuale piuttosto che automatica, ecc..) ma ovviamente ciò che pesa di più è la profondità di campo: più diaframma aperto = più bokeh. detto con i numeri, a f/2.8 lo sfondo della vostra foto sarà cosparso di deliziosi pois di luce, a f/11 ve lo sognate.

va da se che non tutti gli obiettivi sono adatti al nostro scopo bokeh-ggiante. i migliori sono i macro, alcuni teleobiettivi, e naturalmente il 50mm, l’obiettivo da bokeh per eccellenza (nel senso che non serve a nient’altro. però ve la vendono come una lente per ritratti, quindi nel caso assecondateli e fingete di non averlo comprato solo per bokeh-izzare tutto quello che avete intorno come ho fatto io).

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cciù is megl’che uàn!

14.09.2008

tùdèi impariamo come si fa un dyptich, aka dittico, aka due foto appiccicate insieme. perchè cciù is megl’ che uàn! no? (ma quanto è buono il maxi bon? .. scusO, è ora di pranzo!)

per prima cosa, apriamo entrambe le foto con photoshop. cioè, a dire la verità potete farlo con qualsiasi programma di fotoritocco (eccetto con paint shop pro, che in realtà i dittici li potete fare lo stesso, ma io lo odio e se lo usate mi prendo collera ). le avete aperte? fatto? fatto! ovviamente è indispensabile che le foto abbiano le stesse dimensioni, in altezza se il vostro dyp è orizzontale, in larghezza se il vostro dyp è verticale.

per portare le foto alle dimensioni desiderate abbiamo due opzioni: 1) tagliarle, 2) ridimensionarle. ovviamente ogni scelta ha i suoi pro e i suo contro. tagliandole magari si restringe il campo sul soggetto in primo piano, però potreste mozzare la testa a qualcuno. ridimensionandole non tagliate nessuna testa, ma ovviamente le immagini sono più piccole e i dettagli sono meno visibili.

per tagliare un’immagine, basta andare in ‘immagine’ -> ‘dimensione quadro’ e scegliere la misura che preferite (vi consiglio di impostare l’unità di misura in pixel, che in cm si capisce poco, e in pollici non ne parliamo u___u). nella finestra c’è anche l’opzione ‘ancoraggio’, fondamentale per selezionare se la parte che volete tagliar via è quella a destra, sinistra, sopra, sotto.. altrimenti vi taglia uniformemente da tutti i lati.

per ridimensionare invece, ‘immagine’ -> ‘dimensione immagine’. idem come sopra, scegliete di quanti pixel dev’essere la vostra foto. però badate bene che sia selezionata l’opzione ‘mantieni proporzioni’, che se no vi deforma tutto (il che può essere utile se volete sembrare più magri, ma per il resto non va mica bene).

io in genere scelgo tra le due foto quella che non voglio ridimensionare/tagliare, mi annoto bene le dimensioni, e poi taglio/ridimensiono l’altra, ma è solo un’idea.

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cut out – una macchia di colore in mezzo al bianchennèro.

30.08.2008

adesso vediamo come realizzare un buon cut-out, altrimenti detto ‘colore selettivo’, altrimenti detto ‘come spararmi le pose che c’ho gli occhi azzurri lasciandoli colorati anche se faccio una foto in bianco e nero’.

definizione: il cut-out è un’immagine convertita in bianco e nero, ma nella quale alcuni dettagli sono lasciati a colori per conferigli maggior risalto. il nostro obiettivo è arrivare da una foto come quella a sinistra ad una foto come quella a destra. vediamo come.

naturalmente ci serve adobe photoshop CS3 (ma credo che anche col 2 non cambi poi molto), quindi se non lo avete procuratevelo (io non vi suggerisco metodi non leciti, eh, ma vi serve fotosciopp se volete.. EMULarmi ).

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